site logo   site logo   ttm

IL TEMPIO-TENDA DI MOSÉ

 

4 Mosè disse a tutta la comunità degli Israeliti: «Questo il Signore ha comandato:
5 Prelevate su quanto possedete un contributo per il Signore. Quanti hanno cuore generoso, portino questo contributo volontario per il Signore: oro, argento e rame,
6 tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso e di pelo di capra,
7 pelli di montone tinte di rosso, pelli di tasso e legno di acacia,
8 olio per l'illuminazione, balsami per unguenti e per l'incenso aromatico,
9 pietre di ònice e pietre da incastonare nell'efod e nel pettorale.

Inizia così  uno dei  racconti più  particolareggiati  e pignoli dell'intero libro di Esodo:  la costruzione di  quello che il testo ebraico chiama  "miqdas" (= santo  o santuario),  e "mishkan" (= dimora), terminI  che i vari  testi traducono  con Dimora, Tabernacolo, Tenda del Convegno, Tenda  dell'Adunanza, Santuario, Dimora  nel deserto.  Tanti  termini  per  indicare quello che era un vero e  proprio tempio mobile o, per  dirla in termini moderni, un tempio-tenda.     

Il tempio-tenda  ebbe  un'importanza  eccezionale  nella storia di Israele. L'intero popolo lavorò per quasi un anno al progetto, dando fondo a  tutte le sue  ricchezze, portate  appositamente dall'Egitto e mettendo a frutto tutte le sue risorse tecniche e artigianali.

Una volta eretto divenne il centro della vita  religiosa e sociale del popolo ebraico. Non un semplice simbolo, ma un vero effettivo  elemento unificatore,  intorno a  cui  ruotava l'intera vita di quel popolo.

Fu grazie a  questo tempio che  Israele prese  coscienza della propria identità e trovò la forza e la determinazione  per la conquista della Palestina. Fu insomma grazie al tempio-tenda  che le dodici  tribù di Israele (anzi tredici, perché Giuseppe diede origine a due tribù distinte, Efraim e Manasse) divennero popolo e la legge  mosaica divenne religione.

Indice di questa eccezionale importanza è lo spazio  che il Pentateuco dedica  al  tempio-tenda:  ben 13  capitoli  di Esodo, e numerosi altri in Levitico e in Numeri.

Eppure, nonostante questa innegabile enorme  importanza, l'argomento è trattato dagli studiosi ed esegeti di tutti i tempi in maniera sorprendentemente irrispettosa del testo biblico, che sembrerebbe quasi ignorato. Personalmente non ho mai incontrato, fra  le  innumerevoli opere di tutti  i  tempi che  riguardano la  Bibbia, un trattato dedicato specificamente alle caratteristiche tecniche di questo manufatto e alle motivazioni che le hanno originate.


TENTATIVI DI RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO TENDA

Non che siano  mancati i tentativi  di ricostruirlo.  E' una  tentazione  troppo  forte,  per  chiunque  si  dedichi  a studiare la Bibbia, cimentarsi in tale impresa. La descrizione è ricca e particolareggiata, per cui  sembrerebbe un'impresa  facile,   dal  risultato   scontato   e   univoco; ma a quanto pare le cose non stanno esattamente in questo modo. Non mi è mai capitato, infatti, di vedere una ricostruzione classica che abbia una stretta attinenza con la descrizione del testo.

Forse perché  nella   descrizione   mancano alcune informazioni importanti, anche se non fondamentali,  omesse probabilmente dal narratore stesso, che riteneva queste nozioni troppo  ovvie e ben conosciute perché  valesse la  pena riportarle. Non poteva immaginare che chi avrebbe letto quelle pagine alcuni millenni dopo non avesse  in mente  il suo  stesso modello  di  tempio.[1]

Colui che per primo si cimentò nell'impresa aveva in mente un ben preciso modello di tempio, quello di Salomone e ad esso si  sforzò di  adattare la  descrizione di  Esodo.  Ad esso, pure, traduttori  di varie  epoche si sono  sforzati  di adattare anche la  traduzione, scegliendo fra  i vari  termini che si prestavano a tradurre un vocabolo del testo  originale, quello, magari secondario e improprio, che meglio si  addiceva al modello che avevano in  mente.     

Il risultato è quello che ognuno può vedere,  in pianta o in disegno artistico,  riportato in innumerevoli  illustrazione e modelli: un recinto rettangolare, con i lati rispettivamente  di cento e di cinquanta cubiti e al centro del recinto una strana costruzione grosso modo parallelepipeda, con la base di dieci per trenta  cubiti  e  l'altezza di  dieci  cubiti.  Il  tutto disposto in modo da rispondere a determinati canoni non si  sa se estetici o  numerologici, che non  trovano alcun  riscontro nella narrazione di Esodo e probabilmente neppure nel  modello di tempio assunto come "modello".

Purtroppo, per raggiungere tale  risultato è  necessario interpretare   molto   liberamente   o   addirittura    forzare pesantemente  in  molti  punti  la   descrizione  del   testo, ignorarla in altri  e in definitiva  ricostruire un  manufatto che non ha la benché minima attinenza con la descrizione  stessa, che viene a perdere qualsiasi significato tecnico.

I MODELLI A CUI SI SONO ISPIRATI I VARI TENTATIVI
DI RICOSTRUZIONE DEL TEMPIO-TENDA

Chi per primo effettuò la  ricostruzione aveva in  mente due modelli di tempio ben precisi, l'uno derivato  dall'altro, e a quanto pare era  certo che  entrambi  derivassero  da  quello descritto in Esodo: il tempio di Salomone e quello successivamente ricostruito da Erode.

Il  tempio di  Salomone fu  costruito da  Hiram  di Tiro, un fenicio, e quasi  certamente era costruito sul  modello dei templi fenici. La Bibbia, tuttavia, dice  che era costruito  secondo un piano dettato a Davide dal Signore (1 Cronache 22.).

Evidentemente a molti è parso di dover arguire che i piani costruttivi che il Signore dettò a Davide  coincidessero con la descrizione  di Esodo. Se il tempio di Salomone ne fu il risultato più o  meno fedele, anche se rivisitato con fantasia fenicia, secondo loro il tempio di Salomone  dovrebbe essere servito da  modello per  la ricostruzione  del  tempio-tenda,  anche  se  storicamente  il processo è stato inverso.

Il ragionamento sarebbe perfetto e  non darebbe luogo  a problemi di alcuna sorta se solo la descrizione di Esodo fosse un po' meno accurata e precisa. Non mostrerebbe, infatti, così stridenti contrasti con la  ricostruzione fatta partendo da tali presupposti, che da un punto di vista sia tecnico che pratico è semplicemente assurda. 

Tanto ampio è il  divario fra i due che una forte corrente esegetica moderna è  propensa a ritenere (e non esita  a sostenerlo) che il Tempio-Tenda,  o Tabernacolo o Tenda del Convegno  come dir si voglia, non  sia mai stato costruito  in realtà,  e che la  descrizione sia  il frutto di un  inesatto ricordo,  vuoi volontario o  no, di  un ignoto redattore vissuto ai tempi dell'esilio babilonese,  che intendeva descrivere  il tempio  di Gerusalemme  distrutto  da Nabucodonosor.

E' questa una visione che ha preso ampio spazio fra  gli esegeti  moderni,  soprattutto   cattolici,  e   che   investe l'interpretazione  dell'intero   Pentateuco:  non   un   libro storico, con  insegnamenti religiosi,  come  voleva  l'esegesi classica, ma  un  libro  di simbologia religiosa, espresso sotto la forma storica.  

Questa visione, ovviamente, non  è condivisa da  tutti; molti,  anche cattolici, ma soprattutto  di altre  confessioni religiose  che pure  si  rifanno  alla  Bibbia,  continuano  a  ritenere  che quest'ultima abbia un effettivo contenuto storico e che il Tabernacolo sia stato effettivamente costruito.

In ogni caso, indipendentemente  dal   fatto  che   sia stato effettivamente realizzato o no,  la descrizione del manufatto è talmente  precisa, accurata  e anche completa,  se si  eccettua  qualche  particolare  di secondaria importanza, che una ricostruzione fedele è possibile,  senza ispirarsi ad alcun modello, semplicemente considerando quale fosse la funzione tecnica di ogni singolo componente, descritto nel testo con pignolesca precisione.

I PIANI COSTRUTTIVI FORNITI DALLA BIBBIA

La Bibbia  ci  fornisce  i  piani  costruttivi del tempio-tenda;  nulla impedisce di  realizzarli, anche senza doversi ispirare ad un modello costruttivo esterno. Ovviamente il compito risulta facilitato se si prendono in considerazione i modelli di tempio del paese di provenienza degli ebrei dell’esodo, l’Egitto.

Si è già  visto il  risultato che  si ottiene assumendo come modello del tempio-tenda di Mosè il tempio di Salomone.  Le obiezioni a queste ricostruzioni sono di due ordini:

1.- Interne al testo: le ricostruzioni viste sopra non  hanno la benché minima aderenza al testo, almeno per quel che riguarda il Tabernacolo vero e proprio, e vengono sconfessate in primo luogo proprio da esso.

2.- Esterne al testo e cioè:

  a) improponibilità  tecnica  di  un  manufatto  del  genere;   ovunque si parla  di "tenda",  mentre una  costruzione  come   quella proposta non può  in alcun modo  definirsi tenda,  ma   semmai "baracca", avendo  tre pareti  completamente  lignee, ottenute accostando l’uno all’altro 48 קרשים (krashim = legni), termine interpretato come “assi piene” di legno, di 10 x 1,5 cubiti ciascuna [2] (quando in realtà erano dei semplici “puntali” di legno, che avevano il compito di sostenere la copertura, come in tutte le tende di questo mondo).   Non si capisce quindi la funzione delle enormi pezze di lino ricamato e di pelo di capra, assolutamente sproporzionate  e   inservibili in una “baracca”  del   genere.   

 b) se l'autore della descrizione biblica si fosse davvero ispirato ad una costruzione in muratura, non si vede come avrebbe potuto descrivere in maniera così precisa e accurata componenti che sono chiaramente di una tenda mobile. Al massimo si può ammettere che l'autore del progetto della tenda si sia ispirato ad un qualche modello in muratura esclusivamente per quel che riguarda la sua pianta.

Gli ebrei iniziarono a costruire  il tempio tenda  poche  settimane dopo essere usciti dall'Egitto e ne terminarono la costruzione meno di un anno dopo (il primo mese del secondo anno, il primo giorno del mese, fu eretta la dimora ( Es. 40,17)).

Non ha alcun senso né alcun fondamento che il progettista del tabernacolo si sia ispirato al tempio di  Salomone.   Quest'ultimo  era  quasi  certamente  costruito  secondo  il   modello del  tempio fenicio,  mentre Mosè e i suoi ebrei venivano dall’Egitto, dove erano nati e avevano sempre vissuto. É assai più logico ritenere che la pianta del tabernacolo fosse ispirata ai templi egizi di quell'epoca.
In conclusione, anche ammesso che il progettista si fosse ispirato ad un qualche tempio in muratura per disegnare la pianta del tabernacolo, non poteva trattarsi di un tempio fenicio,  ma  doveva  sposare  in qualche modo la concezione del  tempio egizio all’epoca  della XIX dinastia.

La differenza  fondamentale fra i due modelli sta  nel   recinto:  ampio   a racchiudere l'intero tempio nel modello fenicio, a cui fu ispirato il tempio di Salomone; semplici cortili  antistanti il  tempio  nel  modello  egizio.

Analoga, invece, è la concezione del fabbricato sacro, il Tabernacolo vero e proprio, suddiviso in un Santo ed un Santissimo.  Se il tempio tenda risponde  al modello egizio, quindi, non si tratta di un piccolo padiglione racchiuso in un grande recinto, ma di un grande padiglione con almeno due cortili antistanti, attraverso i quali si accede al tempio. La sequenza stabilisce il livello di chi veniva ammesso ai vari stadi: fedeli ordinari nel primo cortile;  inservienti e sacerdoti  nel secondo, dedicato al sacrificio degli animali; solo  sacerdoti  all'interno  del  Santo e il sommo sacerdote nel Santissimo.

È questa in effetti la pianta che si ottiene disponendo nell’ordine tecnicamente obbligato tutti i componenti descritti nel testo biblico.


Vedi tutti i particolari della ricostruzione:
 Piani costruttivi del tabernacolo   
 Arredi e utensili del Tabernacolo  
 Pesi e misure del Tabernacolo  
 Montaggio e trasporto del Tabernacolo  
 L'impronta del Tabernacolo  


[1] Personalmente ritengo che abbia pesato molto anche un pregiudizio assai diffuso fra gli esegeti antichi e moderni, secondo cui il popolo dell’Esodo non era in grado di concepire e realizzare manufatti raffinati e tecnicamente complessi come quello descritto nella Bibbia.

[2] Cioè “tavole” piene di 10 per 1,5 cubiti, per ottenere le quali sarebbero stati necessari tronchi enormi inesistenti nel deserto e neppure in Egitto. Senza contare il peso e la tecnologia necessaria per segarle dal tronco. Non   era   materialmente possibile che gli ebrei potessero costruire assi piene di   quelle dimensioni, né che le assi rimanessero a posto senza deformarsi. La loro funzione era evidentemente quella di sostenere la copertura del tabernacolo, cosa per cui delle “assi piene” risultano inservibili. Si trattava certamente di “puntali” di sostegno, leggeri e resistenti, costruiti con due travetti di legno di dieci cubiti di lunghezza e dimensioni ridotte, unite fra loro da un certo numero di traverse. Ciascuno dei due travetti poggiava su basette d'argento, per evitare il contatto diretto con il terreno.

Esodo 35

10 Tutti gli artisti che sono tra di voi vengano ed eseguiscano quanto il Signore ha comandato:

11 la Dimora, la sua tenda, la sua copertura, le sue fibbie, le sue assi, le sue traverse, le sue colonne e le sue basi,

12 l'arca e le sue stanghe, il coperchio e il velo che lo nasconde,

13 la tavola con le sue stanghe e tutti i suoi accessori e i pani dell'offerta,

14 il candelabro per illuminare con i suoi accessori, le sue lampade e l'olio per l'illuminazione,

15 l'altare dei profumi con le sue stanghe, l'olio dell'unzione e il profumo aromatico, la cortina d'ingresso alla porta della Dimora,

16 l'altare degli olocausti con la sua graticola, le sue sbarre e tutti i suoi accessori, la conca con il suo piedestallo,

17 i tendaggi del recinto, le sue colonne e le sue basi e la cortina alla porta del recinto,

18 i picchetti della Dimora, i picchetti del recinto e le loro corde,

19 le vesti liturgiche per officiare nel santuario, le vesti sacre per il sacerdote Aronne e le vesti dei suoi figli per esercitare il sacerdozio».

20 Allora tutta la comunità degli Israeliti si ritirò dalla presenza di Mosè.

21 Poi quanti erano di cuore generoso ed erano mossi dal loro spirito, vennero a portare l'offerta per il Signore, per la costruzione della tenda del convegno, per tutti i suoi oggetti di culto e per le vesti sacre.

22 Vennero uomini e donne, quanti erano di cuore generoso, e portarono fermagli, pendenti, anelli, collane, ogni sorta di gioielli d'oro: quanti volevano presentare un'offerta di oro al Signore la portarono.

23 Quanti si trovavano in possesso di tessuti di porpora viola e rossa, di scarlatto, di bisso, di pelo di capra, di pelli di montone tinte di rosso e di pelli di tasso ne portarono.

24 Quanti potevano offrire un'offerta in argento o rame ne offrirono per il Signore. Così anche quanti si trovavano in possesso di legno di acacia per qualche opera della costruzione, ne portarono.

25 Inoltre tutte le donne esperte filarono con le mani e portarono filati di porpora viola e rossa, di scarlatto e di bisso.

26 Tutte le donne che erano di cuore generoso, secondo la loro abilità, filarono il pelo di capra.

27 I capi portarono le pietre di ònice e le pietre preziose da incastonare nell'efod e nel pettorale,

28 balsami e olio per l'illuminazione, per l'olio dell'unzione e per l'incenso aromatico.

29 Così tutti, uomini e donne, che erano di cuore generoso a portare qualche cosa per la costruzione che il Signore per mezzo di Mosè aveva comandato di fare, la portarono: gli Israeliti portarono la loro offerta volontaria al Signore.




  

Pianta ipotetica del tempio di Salomone, ricavata in base alla descrizione di 1 Re 5-7. Per la sua costruzione Salomone aveva dato l'incarico all'architetto Hiram di Tiro, per cui è presumibile che la pianta fosse ispirata a quella dei templi fenici, come appunto quella della figura.


La pianta del tempio-tenda di Mosè secondo le ricostruzioni classiche, che si ispirano al modello fenicio, distorcendo la precisa e dettagliata descrizione di Esodo


Alcune fra le innumerevoli ricostruzioni del tabernacolo rispondenti al modello del tempio fenicio

     

Il miserevole aspetto della “baracca” che secondo queste ricostruzioni costituiva il Santo e il Santissimo del tabernacolo

Modello in scala 1 cubito = 45 cm del tabernacolo ricostruito a Timna secondo l’ipotetica pianta del tempio fenicio


Pianta dei templi funerari di Ramses II e Ramses III in Egitto, costituiti da un edificio coperto e due cortili antistanti.
Il tempio-tenda di Mosè doveva essere ispirato a questo modello

Pianta del tabernacolo, ispirata alla tipica struttura del tempio egizio di quell’epoca, rispondente in ogni dettaglio alla descrizione di Esodo. La disposizione esatta degli oggetti all'interno del tabernacolo è ipotetica.

Ricostruzione esatta del tempio-tenda di Mosè, ricavata dall’impronta lasciata sul terreno ad Har Karkom, il Sinai biblico. L'impronta ha consentito di posizionare in maniera precisa i vari oggetti nel Tabernacolo e nel cortiletto antistante.


  

La struttura portante del tabernacolo, costituita da due file di 20 puntali longitudinali e 8 di fondo. I teli che delimitavano i cortili antistanti erano sorretti da 60 colonnine di legno.

   

Veduta dall’esterno del tempio-tenda di Mosè


  • Torna a: "Home"
  •     Torna a: "L'epopea dell'esodo"    
  •     Acquista un libro