C'è almeno un passo nel Pentateuco in cui compaiono numeri che non appartengono a nessuna delle categorie esaminate. Sono numeri che chiaramente non hanno niente a che spartire con il contesto in cui sono stati inseriti, e cioè la lista dei beni razziati nel corso di una spedizione militare contro i madianiti, e la loro spartizione.
Un qualche ignoto sacerdote, probabilmente durante l'esilio babilonese, ha approffittato di questo passo per inserire una serie di numeri chiaramente riferiti ad un qualche sistema calendariale. Il passo, riportato in Numeri 31, 32-47 , doveva servire da promemoria criptico, per conservare una conoscenza segreta, riservata soltanto ai sacerdoti

Or la preda, cioè quel che rimaneva del bottino fatto da quelli che erano stati alla guerra, consisteva in 675.000 pecore , 72.000 buoi, 61.000  asini e 32.000 persone, ossia donne, che non avevano avuto relazioni carnali con uomini. La metà, cioè la parte di quelli che erano andati alla guerra, fu di 337.500 pecore, delle quali 675 per il tributo all’Eterno; 36.000 bovi, dei quali 72 per il tributo all’Eterno; 30.500 asini, dei quali dei quali 61 per il tributo all’Eterno; e 16.000 persone, delle quali 32 per il tributo all’Eterno…La metà che spettava ai figlioli d’Israele…..fu di 337.500 pecore, 36.000 buoi, 30.500 asini e 16.000 persone. Da questa metà, che spettava ai figlioli di Israele, Mosé prese uno su 50….”

Numeri come 360, 72 e varie combinazioni di essi, sono chiaramente derivati dal calendario solare e li incontriamo continuamente in ogni cultura del mondo. Numeri come 32 e 675 sono invece strettamente associati con un calendario estremamente preciso basato sul ciclo astronomico di 128 anni. Anche cifre  come il 61, che apparentemente non gli appartengono, sembra che siano funzionali per determinare numeri collegati ad esso. (Vedi: Il minuto secondo , unità fondamentale di misura del tempo)

Per esempio: 30.500+16.000+72+61+50+36+32=46751, e cioè esattamente i giorni contenuti in un ciclo di 128 anni. Semplice coincidenza casuale? Fosse un caso isolato potremmo essere tentati di pensarlo, anche se le probabilità sono estremamente basse; ma la presenza di questi numeri è la norma in tutti i contesti più o meno sacri di tutte le civiltà antiche, per cui il caso è da escludersi. L’ignoto sacerdote ebreo che ha scritto questi versi, certamente più di duemilacinquecento anni fa, conosceva il calendario basato sul ciclo di 128 anni ed ha voluto utilizzare questo passo come “promemoria”; molto probabilmente, criptate nel testo, ci sono altre informazioni relative a questo calendario ed al suo impiego.

Questo semplice passo della Bibbia, da sempre sotto gli occhi di tutti, costituisce una prova certa che i sacerdoti antichi avevano conoscenze scientifiche di livello superiore a quello che riteniamo proprio del loro periodo e che venivano mantenute rigorosamente segrete, ed è per questo quindi che sono andate perdute. Sono sopravvissute ovunque, però, le tracce certe di queste conoscenze, costituite dai numeri da esse derivati, applicati nei contesti più vari.